martedì 17 marzo 2009

La favola delle maschere di cartone

C'erano una volta delle maschere di cartone, che, quando erano indossate sui volti, credevano di essere facce vere.
Alcune maschere erano di re, altre di regine..
Alcune di esse, avevano espressioni molto intelligenti..
Altre maschere avevano feroci espressioni.. altre erano allegre.
Non esistevano maschere di povera gente qualunque, nè con espressioni davvero sincere.
I re e le regine non erano affatto tali, anche se si comportavano con superbia ed arroganza, e pretendevano da tutti obbedienza e rispetto.
Gli intelligenti, quando gli si parlava, si rivelavano meno dotati di quanto si supponesse (perchè le maschere, si sa, son prive del cervello), ed i feroci e allegri, spesso, erano l' esatto contrario di quanto dicevano a tutti di essere.

Un giorno piovve forte.. e tutte quelle maschere di cartone si inzupparono e, in breve tempo, iniziarono a sgretolarsi... caddero a pezzi.. e finalmente le persone apparsero per quel che fossero realmente.
"ma tu non sei un re! hai la faccia di un contadino qualunque!"
"tu non sei allegro come dici..hai le guance rigate dal pianto!"
"tu non sei una regina,ti riconosco.. .eri una serva, pochi giorni fa."
"tu, che fai il maestro, vai ancora a scuola come ripetente."
"tu, che ruggisci come un leone, hai la lana ricciuta della pecora."

Ognuno vedeva realmente l'altro solo allora, e si stupiva che pochissimi fossero conformi alla maschera che avevano indossato...
Ancora meno persone, però, vedevano sè stesse e si riconoscevano, perchè è più facile notare l'incoerenza altrui, piuttosto che la propria.
Molti si affrettarono a rifarsi la maschera persa, cercando materiale più resistente...
Altri, se la prendevano col tempo, gridando insulti alla pioggia.. come se l'acqua avesse una volontà propria, e volesse fare dei danni di proposito.

Solo un bambino, quello che una volta aveva visto nudo un re, continuò a notare la gente com'era sotto la maschera.
Quando se ne accorsero, lo presero e lo misero in castigo: non rispettava le regole comuni, e si ostinava a chiamare "bianco" il bianco, invece che nero.
Il bambino pensò che fosse meglio vedere nero il bianco.. presto, disse anche lui quel che dicevano gli altri, e l' affermò con molta serietà.
Il castigo venne interrotto.
Il bambino cercò, a sua volta, una maschera.. ne scelse una priva di occhi, tanto per essere sicuro di non vedere più ciò che non doveva.
E disse, con molta convinzione, "adesso sì che ho gli occhi di un falco e non mi sfugge più niente davvero!"
Tutti guardarono la sua maschera priva di occhi, approvarono incondizionatamente la sua nuova, infallibile vista, e lo lasciarono libero..fingendo di non notare che andava a tentoni e sbatteva dappertutto.

Però, quando pioveva, per maggiore sicurezza, tutti presero l'abitudine di stare al riparo.
La prudenza non è mai troppa...
ma questa NON è la morale giusta di questa storia.

5 commenti:

Manuela e Silvia ha detto...

ma quanto ci piacciono le favole!
un bacione

Elle ha detto...

:-), ragazze! Ricambio il bacione!

margherita ha detto...

E no!!..... non è la morale giusta!!!!
ma forse è quella giusta per questa nostra società?
Per tutti noi che di mattina indossiamo una maschera per affrontare la giornata e che se la smettiamo, come il bambino della storia, siamo controcorrente e per difenderci dal 'male' preferiamo soffrire.
Grazie per...la riflessione!!!
ciao

Anonimo ha detto...

Forse la morale della favola è che bisogna essere come ti vogliono gli altri e non come sei veramente per farti accettare dalla societa?no non è per me Tittina

Anonimo ha detto...

@ Margherita.. un abbraccio...

@ Tittina NOOOO non è assolutamente questo! ma te pare.. la morale è che dovremmo trovare il coraggio di togliere le maschere.. di essere noi stessi sempre e comunque, senza compromessi..